Consiglio Diocesano AC – Ripartire dall’essenziale

Nella giornata di sabato 4 luglio il Consiglio Diocesano di Azione Cattolica della diocesi di Forlì-Bertinoro si è riunito in una giornata di lavori presso la Chiesa della Trinità.
 
La mattinata è cominciata con le lodi insieme al Mons. Vescovo Livio Corazza, il quale, a seguire, ha salutato tutto il consiglio diocesano, lasciando loro alcune linee pastorali e progettuali da seguire per l’anno associativo 2020/2021. Per tutta la giornata i 39 consiglieri, guidati dal presidente Edoardo Russo, hanno lavorato in plenaria e in gruppi di lavoro specifici avendo come traccia da seguire il documento programmatico per il triennio 2020-2023 approvato in assemblea diocesana lo scorso 16 febbraio e un documento di lavoro realizzato dalle parrocchie e unità pastorali che tenesse conto di quanto e come il Covid-19 ci ha/sta cambiando. 
La giornata si è conclusa con la partecipazione di tutto il Consiglio Diocesano assieme alle proprie famiglie alla S.Messa celebrata dall’assistente generale AC don Enrico Casadei Garofani.
 

L’Azione cattolica – ha raccontato il Presidente diocesano Edoardo Russo di fronte al Vescovo e ai consiglieri diocesani – ha obiettivi ben precisi:
un’Azione Cattolica che sia preparata a proporre e accompagnare tutti nel cammino di Iniziazione Cristiana, che sia protagonista nel ripensamento del territorio pastorale valorizzando l’unitarietà, favorendo cammini comuni e condivisi anche nei territori più distanti della diocesi, rinnovando modi e modalità di servire la Chiesa: fondamentale sarà lavorare in sinergia con Caritas e le aggregazioni laicali. La pandemia ci ha costretto, finalmente, ad eliminare il “abbiamo sempre fatto così” e ci chiede di essere “luce” tangibile nelle comunità e nelle realtà che abitiamo quotidianamente con una buona dose di creatività, è quindi il momento di metterci alla prova. Occorre concentrarsi sul modello evangelizzatore della Chiesa e sulla consapevolezza profonda di essere cristiani. Inoltre sarà fondamentale, e questo tempo ce lo insegna, uscire dal “campanilismo futile e disgregativo” per permettere davvero un cammino pastorale condiviso, che favorisca l’unione, fatto di proposte ecclesiali mirate.

Sogno un’AC che sia tessitrice di alleanze, dentro e fuori la Chiesa – un’AC che formi le menti e semini le idee, che sappia preparare le persone desiderose di impegnarsi in politica, nella cultura, nella società.

Sogno un’AC però, che sappia, grazie a questo tempo e alle scelte che farà, curare e coltivare l’essenziale, tornare all’essenziale, ripartire dall’essenziale: il primato della persona, la Parola al centro, corresponsabilità, famiglia come luogo educativo di crescita e chiesa domestica.

Tutto questo sono gli ingredienti per “Servire e dare la vita”, come dice lo slogan dell’anno pastorale che verrà. 

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