A proposito dell’esortazione Christus Vivit, «ai giovani e a tutto il popolo di Dio»
“Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!” (CV, 1).
Gesù ci vuole vivi, con un cuore capace di sognare, di cercare cose grandi e di impegnarci per costruire un mondo migliore. A partire da questa certezza lapidaria Papa Francesco ci regala questa esortazione che tutti stavamo aspettando a conclusione dell’assemblea sinodale. Avremo modo di meditare con attenzione e calma l’esortazione facendo lo sforzo di esercitare il discernimento necessario per incarnarne lo spirito e i suggerimenti pastorali nelle nostre realtà ecclesiali e associative. Vogliamo qui solo restituirvi qualche piccolo pensiero a caldo.
La storia della salvezza è piena di esempi di giovani nell’antico e nel nuovo testamento che hanno incarnato la santità, anche semplicemente affidandosi al Signore, riuscendo ad andare oltre le loro paure. Questo ci insegna che siamo più delle nostre fragilità e delle nostre mancanze. Tra i tanti che l’esortazione richiama, il pensiero corre al Beato Piergiorgio Frassati, giovane di Ac, impegnato a testimoniare con gioia la fede tra i suoi amici e a servizio dei poveri.
Tutti noi nella quotidianità della nostra vita siamo invitati ad essere protagonisti di questo tempo, a non accontentarci di essere pensati solo come il futuro, perché siamo l’adesso di Dio. Oggi è già il tempo di essere protagonisti, è già il tempo di darci da fare. Di fronte a un mondo giovanile caratterizzato da tanta ricchezza ma anche da tante condizioni di fragilità, Papa Francesco ci chiede di non dimenticarci di chi fa più fatica: “cerca di imparare a piangere per i giovani che stanno peggio di te. La misericordia e la compassione si esprimono anche piangendo” (n.76).
Ci chiede di mostrare il meglio dell’impegno di cui siamo capaci non da soli, ma nella Chiesa e con la Chiesa, che nonostante gli errori e le ombre, è chiamata continuamente a rinnovarsi e a non perdere entusiasmo, a proporre con i giovani una pastorale dei giovani sinodale, popolare. (cfr. cap. VII)
Potrà farlo solo se tornerà continuamente alla fonte, al Signore.
Come giovani che siamo nella Chiesa, con tutti i giovani, anche non credenti, abbiamo il compito di aiutare la Chiesa a essere se stessa e rimanere giovane (CV 37) con il nostro slancio, le nostre intuizioni, la nostra caparbietà.
Per farlo dobbiamo avere il coraggio di correre senza indugio verso la meta, «attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente” e l’umiltà e la pazienza di attendere chi non è ancora arrivato (cfr. CV 299).