ABITARE – Apertura dell’anno associativo
SCARICA la presentazione di apertura dell’anno associativo: AA 2019-2020_Sala Melozzo
Chiamati ad ABITARE – questo è il verbo che ci accompagnerà – la Chiesa e la realtà quotidiana non come ospiti, ma «“prendendo residenza” là dove il Signore ci vuole». E se il verbo abitare può evocare scenari statici, che ad una Chiesa in uscita stanno stretti… a questa lettura preferiamo un’altra immagine: quella dell’habitus, un “vestito” da portare addosso, un atteggiamento, uno stile.
Questo “vestito” che indossiamo sono le scelte che ci caratterizzano come associazione e alle quali siamo chiamati a rinnovare la nostra fedeltà.
L’abito lo vogliamo extra large, perchè risulti proprio come un largo invito: AC casa per tutti.
Non una casa con un tetto e delle pareti per rinchiudersi e difendersi dall’altro che è estraneo, ma uno spazio allargato, una tavola con un posto sempre libero per qualcuno.
Sogniamo un’AC che supera le barriere fisiche, ecclesiali e sociali, che abita le periferie, che esce dalla propria “comfort zone” per stare accanto ad ogni persona.
L’AC extra large non è una “taglia comoda”, ma una proposta coraggiosa, che impara a sconfinare.
Chiudiamo in soffitta l’ansia dei risultati, i numeri non devono interessarci, se non per capire meglio come essere “sale”!
Abitare è «continuare ad avere»: è qualcosa che rimane anche quando tutto attorno si muove.
Solo così la nuova linea extra large può vestire bene ogni realtà: le città e i centri di provincia, le grandi e le piccole associazioni, gli aderenti “storici” e i nuovi arrivati, le famiglie storiche e quelle appena arrivate o formate, gli amici, l’ambiente di lavoro, la scuola.
È una sfida alla portata di tutti che con qualche aggiustamento mirato, veste bene tutte le età!
Vogliamo ABITARE, e quindi riscoprirsi fratelli:
la CHIESA, la CITTA’, la FAMIGLIA, il CREATO (l’agenda pastorale non può permettersi di lasciarla da parte), le RELAZIONI, il LINGUAGGIO.
Tutti questi ambiti li viviano non a compartimenti stagni, siamo sempre noi, con le nostre scelte e con il nostro stile associativo che abitiamo questi luoghi.
Allora nel concreto:
Invito a Coriano:
Come ci indica il Vescovo nella lettera consegnataci che apre il nostro atto normativo:
- con una maggiore attenzione alla dimensione vocazionale della vita
- il Signore vuole il bene per ogni uomo. Se non rispondiamo di sì alla nostra vocazione, che luce siamo per il mondo?
- un impegno sociale e politico più attivo
- l’AC ha come casa la Chiesa e come strada il mondo
- si intende anche l’approfondimento di temi importanti e che ci vedono, anche al nostro interno, divisi. Ma se c’è una cosa che sappiamo fare bene è la capacità di unire e di ascoltare. Sappiamo sfruttare questo nostro stile per arricchirci, per seminare le idee e formare ad un pensiero critico. (non facciamo finta di niente: La corte costituzionale ha stabilito che non è punibile chi aiuta a togliersi la vita ad una persona affetta da malattia irreversibile che gli procuri sofferenze a patto che tale persona sia pienamente capace di decidere in modo libero e consapevole…e senza abusare chi è vulnerabile.)
- aiutare le comunità cristiane a vivere questo cambio d’epoca
- proprio l’atto normativo è rinnovato, i presidenti parrocchiali già sanno tutto – ci siamo incontrati insieme agli assistenti e al Vescovo. Stiamo portando avanti anche noi, come AC, insieme a tutta la Chiesa (ciascuno di voi sa che i vicariati e up si sono ritrovati per mettere al centro le nostre realtà e immaginare come saremo tra 10 anni, capire quali spazi, quali modalità, quale comunità) una nuova visione e un nuovo cambiamento che ci vede tutti chiamati in prima linea.
L’anno associativo 2019-2020 sarà poi un’anno caratterizzato dalla preparazione e celebrazione delle assemblee parrocchiali, diocesane e nazionale: un anno straordinario nell’ordinarietà del cammino, che ogni tre anni invita le nostre realtà, a tutti i livelli, a verificare il cammino percorso fino ad ora e a progettare con rinnovato slancio il futuro. Un percorso in cui tutti siamo chiamati a riscoprire il valore della scelta democratica: una scelta di maturità e di corresponsabilità.